3830 recensioni a vostra disposizione!
   

IL MARITO DELLA PARRUCCHIERA
(LE MARI DE LA COIFFEUSE)
Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 23 gennaio 1991
 
di Patrice Leconte, con Jean Rochefort, Anna Galiena (Francia, 1990)
MR. HIRE e LE MARI DE LA COIFFEUSE raccontano la medesima storia: quella di una fissazione, di una implacabile ossessione destinata a materializzare i propri fantasmi.

Nel primo, Michel Blanc - inquilino solitario e scostante, trattato dai vicini con la diffidenza per non dire l'odio che viene riservato ad ogni diverso - osserva, dissimulato, la dirimpettaia Sandrine Bonnaire: fino a concretizzare la propria ostinazion in una vera e propria relazione. Nel secondo, Jean Rochefort non ha che una vocazione: quello di diventare il marito di una parrucchiera. Attraverso la vetrina passa il tempo a spiare le voluttuosa Anna Galiena, così come già da pre-adolescente aspirava ai "profumi corporei", ai conforti offerti alla sua libido nascente dalla corpulenta morbidezza di un'altra coiffeuse, Madame Schaeffer. La quale non aveva trovato niente d meglio che passare in breve tempo a miglior vita: tanto da far subito partecipe il nostro ragazzino delle ben note, vertiginose prossimità della morte con la voluttà...

Installato finalmente, nella propria qualità di marito, sulla panchina del salone della sua bella, passerà un lungo, immutabile momento d'estasi (erotica, sentimentale, esistenziale)nella contemplazione dell'oggetto dei suoi sogni: fino al giorno in cui questo oggetto deciderà di scomparire. Vittima (cosciente, incosciente?) della fragilità del concetto stesso di felicità, dei suoi limiti nei territori incerti ed inquietanti dell'assoluto.

In ambedue i film, quindi, il cinema di Leconte diventa una storia di quel voyerismo che lo sguardo di un regista (da FINESTRA SUL CORTILE di Hitchcock a NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI di Kieslowski) sa cosi bene trasformare in un viaggio all'interno di colui che osserva. Ma, rispetto a MR. HIRE, il fantasma di LE MARI DE LA COIFFEUSE rappresenta un passo ulteriore verso l'astrazione. Per una ragione assai semplice: che la splendidamente solare Anna Galiena, che cosi improbabilmente cede alle lusinghe delle danze orientali del maldestro e non più freschissimo Rochefort, semplicemente non esiste. Se non nell'immaginazione poetica del cineasta; ed in quella fantastica del protagonista. Quando deciderà, infatti, di scomparire nei gorghi tumultuosi del torrente accanto, non sarà tanto per decisione propria: ma per l'usura (del tempo, del corpo, dell'abitudine) di ciò che le permetteva di esistere: il desiderio di colui che la osservava.

Pericolosamente vicino ai confini dell'esercizio di stile, leggero, divertito ed inventivo ma anche un filo compiaciuto, il cinema di Leconte, da TANDEM a MR. HIRE, ed ora a questa insolita divagazione sul potere dello sguardo, si allontana sempre di più da quella etichetta di buon artigianato commerciale con la quale era stato frettolosamente catalogato. Avvicinandosi ad altre sponde non meno perigliose: quello di un cinema intelligente ma un po' calcolato, poetico ma fin troppo convinto di esserlo.


   Il film in Internet (Google)

Per informazioni o commenti: info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch

Elenco in ordine


Ricerca






capolavoro


da vedere assolutamente


da vedere


da vedere eventualmente


da evitare

© Copyright Fabio Fumagalli 2024 
P NON DEFINITO  Modifica la scheda